RIMANDA 

Ci sopportiamo ormai da 15 anni e da tutto questo tempo ci siamo sempre ripromessi di visitare le Cinque Terre.

Ci siamo andati molto vicino con Porto Venere, dove in due giorni di permanenza il mare era così mosso che avevano sospeso i traghetti per arrivarci, che sfiga.

Rimanda, rimanda e con la velocità di un pacco Amazon Prime è arrivato Valentino.

Stop nuovamente a questa partenza ancora per un anno e mezzo. Abbiamo preferito dare priorità a ogni genere di corso, da quello di acquaticità, alimentazione, massaggi, musicoccole, movimento, ecc… Non è che non facessimo gite, ma il tempo libero con lui era poco e le Cinque Terre sono passate in secondo piano.

Vale ora ha 620 giorni, i corsi si sono scremati da soli per limiti di età. È il momento giusto, anche se il caldo è infernale, decidiamo di partire.

IN AUTO?

Ci prendiamo un giorno di ferie e decidiamo di partire il venerdì per evitare la calca del weekend.

Come sempre cerchiamo il più possibile di evitare la macchina, ma ahimè il tragitto in treno da Bergamo a La Spezia non è per nulla pratico e dovremmo spostarci alla Stazione Centrale di Milano che non è proprio vicinissima, per non parlare del parcheggio zona stazione, decisamente poco economico.

VALIGIE? ANCHE NO.

Ore 06:00 suona la sveglia. Solo papà Giuliano la sente e pieno di energie del buon mattino, carica in quattro e quattr’otto l’auto con tutto l’equipaggiamento necessario per sopravvivere due giorni fuori casa.

Equipaggio molto smart visto che gli unici due depositi bagagli delle Cinque Terre, sono per noi inutili, trovandosi nelle due tappe finali. Dobbiamo portarci tutto per tutto il viaggio.

Gli zaini sono due:

– il porta bambino Deuter di quarta mano (pare abbia affrontato due guerre mondiali, così vintage d’avere solo le istruzioni stampate in tedesco e inglese);

– uno zainetto Decathlon della Quechua da 30L

Dopo l’iniziale panico di mamma Lara sul poco spazio, siamo riusciti a farci stare tutto, Mary Poppins ci fa un baffo.

IL VASINO USA E GETTA

Bevuto il caffè, svegliamo Valentino che incredibilmente si alza in fretta e di buon umore. 

Generalmente la mattina fa quello che noi chiamiamo più elegantemente “riflettere sul mondo”. Ma avendo anticipato di un’ora la sveglia, Vale proprio non ne vuole sapere di evacuare.

Non possiamo aspettare oltre e decidiamo di usare il piano B, prendere l’ultimo vasino usa e getta che abbiamo, dal nome importante ‘Tron’, il famoso Tron di Spade. Il Vale avrà solo una possibilità.

PARTENZA

L’orologio in auto segna le 7.30 e finalmente siamo pronti a partire. Vale è gasatissimo, ha capito che andrà al mare anche se – chissà perché? – si è convinto che ci arriveremo in aereo. Salutiamo di fretta nonna, zie e cugini e pronti… via! Si parte, direzione La Spezia.

Non facciamo a tempo a passare il casello dell’autostrada che Vale si è già addormentato, tempismo perfetto. Mettiamo così a punto gli ultimi dettagli del nostro tragitto in tutta tranquillità. 

Navigando sul web, scopriamo che a Riomaggiore, prima tappa del nostro itinerario, ci possiamo arrivare partendo da due stazioni: la centrale e la stazione Migliarina.

Sempre sul web scoviamo la web app ufficiale del Parco Nazionale delle 5 Terre (clicca qui) e la testiamo subito, certi che potrà tornarci utile durante il nostro itinerario.

LA SPEZIA

Sono le 10:00 e finalmente arriviamo a La Spezia. Seguiamo le indicazioni per la Stazione Ferroviaria principale immersi nel traffico cittadino.

Arrivati in zona centrale, gira, rigira e gira ancora, ma nulla i parcheggi sono tutti pieni.

Il giorno prima abbiamo pure provato a prenotarli, ma senza successo.

Scatta il piano B, la stazione di Migliarina. Da Google Maps capiamo subito che se avessimo optato subito per quella stazione ci saremmo arrivati in un baleno, visto che si evitava il traffico del centro città.

La stazione si trova in un quartiere per lo più popolare della città, il classico con palazzoni e strade ampie.

Troviamo un parcheggio gratuito, naturalmente non custodito, proprio tra i condomini. I dubbi affiorano: fortuna o cattivo presagio? Perché tutto questo parcheggio qui vicino a questa stazione? Siamo stati noi dei geni a pensarla? Ci ruberanno l’auto durante la notte?

Lo scopriremo solo l’indomani.

TUTTI A BORDO

Raggiungiamo a piedi la piccola stazione ferroviaria, dove oltre alla biglietteria automatica è possibile trovare solo una minuscola sala d’attesa. Stiamo facendo i biglietti e… nemmeno farlo apposta, proprio in quel momento, il nostro treno ci saluta. 

Poco male, aspetteremo il prossimo, ne parte uno ogni 30 minuti, e nel frattempo abbiamo la possibilità di recuperare un po’ di bevande in un bar vicino.

I biglietti ci sono costati 4,90 € l’uno. Valentino non paga perché sotto i 4 anni. Il costo è leggermente più alto rispetto alla stazione centrale di La Spezia.

Saliamo sul treno e ci ritroviamo sopra una delle più complicate infrastrutture ingegneristiche d’Europa, ci teniamo a dirlo per puro orgoglio italiano.

Il tratto che percorriamo è quasi tutto in galleria, solo ogni tanto vediamo scorci di mare, e che mare… da cartolina!

Dopo soli 15 minuti siamo arrivati, Valentino come sempre è eccitatissimo. 

RIOMAGGIORE

Le stazioni delle Cinque Terre sono tra una galleria e l’altra. Questa caratteristica aumenta l’effetto wow. Di colpo ti ritrovi in una vallata a picco sul mare con un panorama mozzafiato, e dando le spalle al mare, ammiri, aggrappate alla roccia come stambecchi, le case tutte colorate.

Facciamo il sottopasso per trovare l’appartamento dove dormiremo. Non curanti delle folla che segue la medesima direzione, prendiamo la prima salita tra le casette tutte colorate.

Qui cominciamo a domandarci dove sia il centro, visto che non troviamo neppure un negozio.

Facciamo una chiamata alla nostra amica Cecilia che ci fa capire che stiamo salendo dalla parte sbagliata.

Scendiamo, a sto giro prendiamo una scalinata, ma ahimè anche questa non è la strada giusta.

Proprio non ci riesce di seguire l’orda di turisti, ma ci tocca.

Immersi nella calca ci lasciamo trascinare come un fiume in piena dentro una piccola galleria pedonale, colorata di blu con delle opere d’arte incastonate a mosaico nelle sue pareti.

Ne usciamo indenni e… nuovo colpo di scena: davanti ai nostri occhi il centro Riomaggiore.

Ci perdiamo così tanto nei colori e nelle architetture che i turisti fast food diventano irrilevanti.

UN PICCOLO BRIEFING, UN PICCOLO ASSAGGIO

Mentre aspettiamo che Cecilia venga a darci le informazioni logistiche, ci sediamo al bar e senza indugio ci facciamo tentare dal barista che ci propone una super focaccia con pomodorini secchi e pesto. Una prelibatezza che Valentino difende dai nostri tentativi di assaggio a suon di NO!

Arriva Cecilia, estrae dalla sua borsa una mappa e via con la lezione di orientamento sulle Cinque Terre e il suo Sentiero Azzurro, percorso che unisce tutte cinque le terre.

La facciamo breve:

TAPPA 1: RIOMAGGIORE – MANAROLA (Tempo 4 min) 

La famosa Via dell’Amore, la più facile delle tappe, quella che volevamo sfruttare per scaldare le gambe, è chiusa. Nonostante Riomaggiore e Manarola siano i paesi più vicini tra loro, la deviazione è allucinante e allungherebbe il tragitto di 2 ore. Decidiamo così di farla in treno.

TAPPA 2: MANAROLA – CORNIGLIA (Tempo 2 ore) 

Anche questa parte di sentiero è chiusa e la deviazione allunga il tragitto di quasi un’ora.

Avendo saltato la prima tappa, pensiamo che un’ora in più compensi il tempo che avevamo stimato, e decidiamo di farla prendendo la deviazione per Volastra.

TAPPA 3: CORNIGLIA – VERNAZZA (Tempo 1 ora e 30 minuti) 

Qui si riprende il Sentiero Azzurro, attenzione però è un sentiero a pagamento, costo 7€.

TAPPA 4: VERNAZZA – MONTEROSSO (Tempo 1 ora e 30 minuti) 

Anche qui siamo sul Sentiero Azzurro e il costo per poterlo percorrere è di 7€.

Cecilia ci suggerisce di fare la Cinque Terre Card che con 16€ pare abbia il potere di fare quello che vuoi, un po’ come il braccialetto all inclusive dei resort.

Comprende dai treni ai bagni pubblici, dai musei alle visite guidate, persino il wifi e altre cose che vi invitiamo a leggere direttamente sul sito ufficiale (clicca qui).

CODICE MORSE -… .- -.-. -.-. — 

Dopo aver percorso un groviglio di cunicoli così stretti, che ti aspetti compaia il Minotauro da un momento all’altro, arriviamo all’appartamento.

Subito Valentino comincia a perlustrare tutta la casa, aprendo ogni genere di cassetto. Lo lasciamo fare, è giusto che esplori.

Noi ci mettiamo sotto e cerchiamo di capire se in serata riusciamo a farci una piccola escursione sul monte che sovrasta la vallata. Voremmo raggiungere ‘il Telegrafo’, una locanda situata sull’omonimo colle.

Papà Giuliano prova a chiamare, risponde qualcuno con in sottofondo canti e cori. È il locandiere che grida: ‘Qui cantano!’

Giuliano prova a chiedere se c’è libero un tavolo, ma lui insiste a sottolineare che li stanno  cantando tutti.

Continua con la difficile comunicazione, probabilmente dovuta al nome del locale ‘Telegrafo’, dove un Codice Morse sarebbe stato più efficace o a Dio Bacco che è passato di lì prima di noi.

TURISTICAMENTE PARLANDO

TripAdvisor non ci fornisce altre soluzioni, così decidiamo di non strafare, vista anche la giornata che ci aspetta l’indomani.

E come i migliori supereroi ci trasformiamo nel turista medio, mare – gelato – ristorante – letto. Non che la cosa ci dispiaccia, ogni tanto ci vuole anche quello.

Usciamo dall’appartamento con lo stretto necessario e cominciamo a scendere. A fatica troviamo l’imbocco per la spiaggia, un vero e proprio cunicolo gremito di gente. 

Usciti, percorriamo la stradina a picco sul mare che ci porta alla spiaggia.

ROLLING STONES

La scenografia è strepitosa, ma la fatica nel camminare è tanta. Teniamo in braccio Valentino con non poca paura di scivolare, le ‘pietre rotolanti’ sono veramente pericolose.

Un po’ per le onde che sbattono con forza sui massi, un po’ noi che siamo concentrati su dove mettere i piedi, Vale sente subito la tensione e comincia a frignare. Non ne vuole proprio sapere di entrare in mare. Dopo qualche tentativo, riusciamo a convincerlo e cominciamo a immergere i piedi in acqua. Tragedia! Le pietre da instabili diventano pure scivolose. Non demordiamo e riusciamo a farci giusto un tuffo.Torniamo a fatica sul nostro telo da spiaggia, raccogliamo tutto e ce ne andiamo.

Riassumiamo così, la spiaggia è da vedere ma non è l’ideale per farci il bagno con i bambini.

LA CINTURA

Giusto il tempo di mangiare un gelato da veri turisti e si torna all’appartamento per una doccia.

Sono le 16:30, Valentino dopo aver aperto qualsiasi cosa apribile nell’appartamento, cede e si addormenta in un sonno profondo.

Ne approfittiamo per trovare un posto dove cenare e tra tutti scegliamo Rio Bistrot, sembra proprio un bel posticino.

Nel frattempo, papà Giuliano crea una cintura improvvisata con la pellicola da cucina perché, a suo dire, la cintura avrebbe occupato troppo spazio nell’unico zaino che avevamo.

Svegliatosi Valentino, mamma Lara lo obbliga a comprarsene una in una bottega sotto casa.

RIO BISTROT

Dopo un breve giro per le vie di Riomaggiore arriviamo al ristorante.

Avendo prenotato ci mettono sulla terrazza esterna vista mare, come direbbe Alessandro Borghese: ‘Location 10’.

Intorno a noi solo stranieri, le cameriere sono molto gentili e prendono subito in simpatia Valentino. Il menù degustazione fa per noi, con meno di 50 € si assaggiano i migliori piatti della cucina. Per il Vale andiamo sul sicuro e ordiniamo un piatto di trofie al pesto.

Le portate arrivano velocemente e man mano ci rendiamo conto che lo chef ci sa fare.

IL CAMION DEI POMPIERI 

Vale finisce le trofie a velocità super sonica e comincia ad annoiarsi, urge una macchinina giocattolo per farlo svagare un po’, purtroppo ci siamo scordati la sua in auto a La Spezia.

Papà Giuliano esce dal ristorante, tra una portata e l’altra, con Vale in groppa e partono alla ricerca di un passatempo.

Tutto chiuso. Fortunatamente chiedendo a una negoziante se ci fosse un’edicola aperta, ottengono un bellissimo camion dei pompieri. 

La commerciante spiega di avere un’intera cesta di giocattoli nel retro bottega, dimenticati da turisti e nipotini e non facendosene nulla li dona volentieri.

Si torna al ristorante con Valentino colmo di gioia e finiamo la cena in santa pace.

TRAMONTO ALL’INGLESE 

Finito l’ottimo cibo ci facciamo due passi perdendoci tra le viuzze di Riomaggiore.

Dei ragazzi, presumibilmente americani, sono intenti a sfidare il loro coraggio buttandosi da una scogliera. Aspettiamo con suspance che uno di questi si butti e riprendiamo la camminata.

Ci ritroviamo in una terrazza vista tramonto e notiamo subito una coppia di anziani inglesi intenti a bere vino e godersi il panorama. Si capisce subito che sono molto affiatati e che ne hanno passate tante insieme. Lui attacca a suonare una chitarra, rendendo il momento magico del tramonto, ancora più magico per tutti i presenti.

Si torna a casa, dobbiamo dormire, domani si parte con la lunga camminata.