PARANOIE
Quando si deve pianificare una gita con dei bambini piccoli, i dubbi di un genitore sono sempre numerosi. Soprattutto se si decide di muoversi via mare.
– Questo mezzo sarà adatto al mio bimbo?
– Se non starà fermo e seduto come farò a gestirlo?
– Farà troppo caldo/freddo?
– E per il pranzo, la merenda come farò?
Sono queste alcune delle domande che anche noi ci siamo posti prima di decidere se fare una gita in barca o meno.
Prima di prendere una decisione definitiva, siamo partiti da una ricerca. In questo caso la ricerca del mezzo nautico più adeguato per i nostri bambini (tutti sotto i due anni).

Ci siamo recati al Porto di Arbatax e abbiamo raccolto informazioni e preventivi da tutti i noleggiatori e skipper presenti. Le opzioni a disposizione erano tre:
– MOTONAVE: una specie di traghetto in grado di portare oltre 100 passeggeri. Comodo se si vuole un rapido passaggio da una caletta all’altra ma a bordo ci sente un po’ come delle sardine in scatola.
– GOMMONE: soluzione perfetta se si vuole la massima libertà ma poco adatto a bambini piccoli per via delle onde che lo fanno sballottare alla grande.
– MOTOVELIERO: il mezzo ideale per una giornata sul mare con i bimbi, pochi posti (dai 10 ai 20) e inclusa la colazione, il pranzo e la merenda.
Questa è stata la nostra scelta.
CONSIGLI DI VIAGGIO
Da una compagnia a un’altra i prezzi variano dai 70 ai 90 euro a persona. Fatevi fare più preventivi per aver il miglior prezzo.
Visto che siamo ad agosto e l’alta stagione rende tutto più difficile abbiamo dovuto prenotare il nostro mezzo per tempo. Con circa 3 giorni di preavviso siamo riusciti a fissare la bandierina sul calendario.
IMPREVISTI
Ci siamo dati appuntamento alle 8.30 al Porto di Arbatax.

Fortunatamente la colazione viene servita direttamente a bordo (caffè e savoiardi), il che ci permette di guadagnare un po’ di tempo per preparare al meglio Valentino e gli altri suoi amici Thomas e Vittoria.
Ma proprio quando pensi di essere perfettamente in orario ecco che arriva l’imprevisto dell’ultimo minuto. Ci siamo scordati di comprare dei nuovi braccioli a Valentino!!
Una folata di vento li ha portati via due giorni prima alla spiaggia di Su Sirboni, manco fossero di Rossella O’Hara.
Rischiare di perdere la barca per dei braccioli può sembrare una follia, ma non lo è.
Durante la gita sono previste diverse soste con tuffi in mare aperto e, diciamocelo, riuscire a tenere a galla un bambino senza il supporto di un galleggiante non è proprio un’impresa semplice, a meno che tu non sia un campione della nazionale di pallanuoto.
La ricerca sembra quasi impossibile e l’ansia di perdere il traghetto inizia a farsi sentire. Finalmente colpo di fortuna, a pochi metri dal porto troviamo un supermarket (di quelli minuscoli dove mai penseresti di trovare qualcosa di utile) e invece eccoli lì: missione compiuta! Di corsa saltiamo al volo in auto e sgommiamo di fretta verso il porto. Ogni minuto è prezioso.
MOLLIAMO GLI ORMEGGI
Dopo aver parcheggiato l’auto, ci precipitiamo al punto di incontro della Flamar Vacanze, l’azienda turistica che organizza il tour. Troviamo ad accoglierci all’ormeggio la nostra barca, un ex aragostiera dal nome gallico ‘Promenade’ messa in ghingheri dopo un notevole restauro, e i membri dell’equipaggio, i simpaticissimi Flaviano e Giuliano.

Neanche il tempo di levare gli ormeggi che già ci vengono offerti caffè, succhi di frutta e gustosi savoiardi.

I bimbi sono entusiasti e per permettergli di muoversi con più libertà e avere una visuale migliore ci accomodiamo subito a prua, dove troviamo dei comodissimi cuscinotti.

Durante la navigazione a pochi metri dal porto incontriamo un misterioso yacht (del valore di parecchi milioni di euro), quasi del tutto affondato.

Il natante è giunto sino lì da Villasimius (circa 100km di distanza) nelle notti precedenti, spinto dalle forti correnti del mare. A vigilare sul relitto le navi della Guardia Costiera che attendono che il natante venga recuperato. Recupero molto dispendioso e, a quanto pare, né l’assicurazione né l’armatore vogliono pagare, per questo lo Yacht è ancora lì. Alla faccia della tutela dell’ambiente.
PEDRA LONGA
Ci lasciamo alle spalle il lussuoso relitto e in pochi minuti raggiungiamo la prima tappa del tour del Golfo Ogliastrino: Pedra Longa. Chiamata anche ‘Agugliastra’, è proprio questa guglia che si erge dal mare per 128 metri a dare il nome alla regione ogliastrina. Nel 1993 è stata dichiarata monumento naturale.

Pedra Longa è il punto balneare più vicino a Baunei, il paese dove alloggiamo in questa vacanza ed è la meta preferita dai baunensi che dopo il lavoro vengono qui a fare un tuffo e rinfrescarsi.
Vista la presenza di soli scogli, vi sconsigliamo di portare i bimbi piccoli, ma se potete concedetevi una mattinata per immergervi in questo bellissimo anfratto potrete ammirare una ricca fauna marina.
L’ARTE DI MADRE NATURA
La durata complessiva della navigazione a bordo della nostra Promenade è di 90 minuti circa. Il paesaggio è mozzafiato, vedere la scogliera dal mare amplifica ancora di più l’immenso senso di piccolezza dell’uomo rispetto alla maestosità della natura.

Ci rendiamo conto di come il vento e il mare abbiano generato nel corso di millenni un’opera d’arte.
L’erosione ha plasmato la roccia, dando vita a bellissime grotte, anfratti e falesie. Anche i bimbi sono incantanti da tanta bellezza, il loro silenzio e contemplazione del paesaggio ne sono un segno evidente.

Raggiungiamo due punti panoramici, la Grotta dei Colombi che deve il suo nome alla numerosa colonia di colombi selvatici che la frequentano durante tutto l’anno e le Piscine di Venere, famose per le acque di colore tra l’azzurro il turchese. La tentazione di tuffarci è fortissima.
1,2,3… TUTTI IN MARE!!
Ben presto veniamo accontentati. Il capitano butta l’ancora appena fuori dalla stupenda Cala Goloritzè (leggi articolo). 1,2, 3 e giù tutti in mare. Valentino e Vittoria sono gasatissimi, sembrano due squaletti che nuotano all’impazzata attorno alla barca. Schizzi, risate e qualche immersione sono proprio quello che ci voleva.

Anche i papà si esibiscono con spericolati e molto sgraziati tuffi carpiati.
Il nostro piccolo compagno di viaggio Thomas invece si è lasciato cullare dalle onde e si gode in tutta tranquillità un bel riposino. Una bella ricarica di energia che gli darà il massimo sprint nelle ore successive.
GROTTA O SPIAGGIA?
L’equipaggio ci richiama a bordo, siamo pronti per raggiungere la prossima tappa: Cala Biriala. Prima però una deviazione, chi vuole può scegliere di visitare la Grotta del Fico.

Una suggestiva grotta, scoperta mezzo secolo fa, grazie a una mareggiata che ne ha rivelato l’esistenza dopo aver abbattuto il gigantesco fico che la teneva nascosta.
La Grotta fu l’ultima dimora della Foca Monaca. È possibile visitarla con una guida (il ticket viene richiesto all’ingresso della cavità) e la durata dell’esplorazione è di circa un’oretta.
CONSIGLI DI VIAGGIO
Per visitare la Grotta del Fico portate con voi scarpe da ginnastica e una felpa a maniche lunghe perché la temperatura all’interno è piuttosto fresca.
Il gruppo si divide: alcuni di noi decidono di raggiungere la grotta e intraprendere l’esplorazione, gli altri li aspetteranno direttamente in spiaggia.

Noi, avendola già vista in passato e visto che Vale deve ancora fare il suo pisolino, optiamo per la seconda opzione e raggiungiamo Cala Biriala a mo’ di profughi con un piccolo tender.
CALA BIRIALA
L’equipaggio ci fornisce tutto il necessario: ombrelloni, viveri e bevande.

Se potessimo stilare la classifica delle spiagge più belle del mondo, questa sarebbe sicuramente nella top ten.

Le acque cristalline di un azzurro intenso e i piccoli granelli, tipo tic tac al posto della sabbia ne fanno le sue caratteristiche più apprezzate.

I bimbi si lanciano in mare ed è difficile anche per noi non buttarci subito in acqua.

Dopo il lungo bagno in mare, la stanchezza inizia a farsi sentire e l’occasione di sostare in spiaggia per qualche oretta viene accolta dai bimbi che si concedono un riposino.
Vediamo comparire anche la seconda metà del gruppo di ritorno dalla Grotta del Fico.
PRANZO IN BARCA
Siamo tutti molto affamati, risaliamo sul tender che ci porta sulla Promenade e veniamo immediatamente accolti da un intenso profumo di pasta al sugo di pesce.

Giuliano e Flaviano ci servono i piatti caldi e in pochi secondi divoriamo tutto, anche i bimbi chiedono il bis.
Il menù prevede antipasti di salumi e formaggi sardi, pasta con sugo di pesce, fritto misto e dolce della casa. Il tutto accompagnato da un bicchiere di vino per gli adulti e acqua fresca per i più piccoli.
Mentre mangiamo ci rendiamo conto che attorno a noi si stanno formando numerosi banchi di pesce, attirati dai profumi del nostro cibo.
Un vero e proprio spettacolo di colori, Vale e Thomas si divertono a lanciare in mare piccoli pezzi di pane. I pesci saltano letteralmente fuori dall’acqua per accaparrarsi tutto ciò che i bambini lanciano.
CALA DEI LADRI
Ci beviamo l’ultimo caffè e via si riparte verso la prossima spiaggia: Cala Mariolu.

Anche questa cala è un paradiso terrestre, ricca di sassolini tondi, bianchi e rosa e fondali cristallini. Sfortunatamente è anche una delle mete più gettonate ed è affollatissima.
Qui, a differenza delle altre calette del golfo, è possibile trovare un chiosco dove prendersi un gelato o rinfrescarsi con bibite ghiacciate.
Cala Mariolu prende il nome dal dialetto napoletano.
Pare infatti che i pescatori dell’isola di Ponza che pescavano in questi mari, onde evitare che il pescato marcisse durante le lunghe battute di pesca, lasciavano il surplus di pescato nelle fresche cavità della roccia che sovrasta la spiaggia.
Ma una volta tornati a riprenderselo, il nulla. Qualcuno li aveva rubati, da qui il nome ‘mariolu’ (ladri per l’appunto). Le responsabili di questi furti erano le foche monache che abitavano queste zone.
IL RIENTRO
Terminata la sosta a Cala Mariolu torniamo a bordo della nostra Promenade.

Stanchi e cotti a puntino ci lasciamo cullare dalle onde durante il viaggio del rientro e grandi e piccini si godono una bella dormita per recuperare un po’ di energie.

In poco più di un’oretta raggiungiamo il porto di Arbatax con i nostri piccoli capitani pronti a prua ad aiutare nelle operazioni di ormeggio.

Che emozione l’ingresso in porto: districarsi fra tutte le barche ormeggiate e riuscire ad attraccare è un’impresa che li ha particolarmente coinvolti e resi protagonisti.
FARE NON PARANOIARE
Se prima di partire avevamo un po’ di preoccupazioni, dobbiamo ammettere che la gita in mare è stata un grande successo.
Ci siamo divertiti molto a bordo della nostra barca e vedere lo stupore e la curiosità sui volti dei nostri bimbi è stata la soddisfazione più grande.
Ancora una volta abbiamo realizzato quanto sia importante vivere nuove esperienze tutti insieme.
E ancora una volta abbiamo allontanato le nostre perplessità iniziali.
Forse è meglio tirarsi meno paranoie prima di partire per una qualsiasi avventura, tanto alla fine l’unica cosa che conta è affrontare la vita tutti insieme, fatta da troppi pochi attimi per non essere vissuti a fondo per colpa di stupide paranoie.