Comunicazione e relazione

da | Feb 18, 2021 | BabyLab, Gioconatura

Written by Paola Cantoni

Educatrice

Parlare con rispetto, empatia e accoglienza aiuta nella quotidianità a capire il proprio bambino e a sviluppare la sintonia fra noi genitori e loro, poiché nella comunicazione riusciamo a definire la relazione, che spesso è condizionata da messaggi impliciti che diamo col nostro corpo, il tono della nostra voce, le nostre aspettative e i nostri desideri. I Bambini colgono la dissonanza tra ciò che diciamo e ciò che dice il nostro corpo. Se vogliamo passare del tempo di qualità con i nostri figli, cerchiamo di farlo nel momento giusto, quando davvero corpo e mente sono pronti ad essere al servizio della sua fantasia, per arricchire anche la vostra creatività.

SIATE COERENTI

Rispettiamo il loro sentire, verbalizziamo le loro emozioni, diamo valore al nostro bambino, lavorando prima di tutto sul verbalizzare le nostre di emozioni. Raccontiamo senza paura ai nostri figli che a volte siamo stanchi o un po’ irritati, sapranno identificarsi in queste emozioni, scoprendo la loro legittimità e che gli altri sono in grado di rispettarle, così le vivranno anche loro più serenamente. Il gioco è il canale più potente per la trasmissione delle proprie emozioni, cerchiamo di riconoscerle e considerarle, solo così saprà di essere davvero ascoltato e supportato. 

SOSTENIAMOLI

“Sei un…” giudicare la persona non porta a nulla, se si è comportato in modo irrispettoso è proprio il comportamento e l’azione che vanno giudicati non il bambino. Durante l’attività ludica, ogni suo gesto è una scoperta, non è mai volontà di ferire o irritare qualcuno ma semplicemente una risposta a un suo bisogno, che probabilmente a volte deve solo essere un operare più rigoroso, questo si avrà solo nel fare e rifare più volte gli stessi errori.

COMPORTAMENTO NON PERSONA

Involontariamente li facciamo sentire incompresi, non gli lasciamo vie di scampo, obbligandoli a conformarsi per ottenere qualcosa, senza capire davvero il senso e il valore dietro ad una richiesta. Imporre ai nostri figli delle attività o dei laboratori scelti da noi, promettendo una ricompensa una volta eseguito, porterà ad avere un bambino che non saprà assaporare e soprattutto non vivrà in modo personale e unico l’esperienza. Ma spinto da una interesse più materiale da ottenere poi. Lo togliamo, quindi, dal tempo del qui e ora, per spingerlo verso il dopo, portando poi situazioni di ansia e stress inutili.

ABBANDONIAMO I RICATTI

Spesso utilizziamo strumenti che portano risultati immediati ma non interiorizzati dal bambino, che tendono a destabilizzare piuttosto che tranquillizzare. Per loro tutto ciò che noi diciamo è verità, quando si rendono conto che non è così la nostra soluzione è solo un continuo tira e molla su chi ha più potere, questo comportamento porta rotture e allontana. Durante il lavoro di gioco, per esempio, sarebbe bene, mantenere una situazione di silenzio, di non intervento, a meno che non sia il bambino stesso a chiedere il nostro intervento diretto.  Lasciamo fluire in tutta liberta e autonomia l’avventura che sta vivendo il bambino, non fermando le sue scelte e le sue parole.

EVITIAMO LE MINACCE

Il cervello dei bambini funziona per rappresentazione, quindi alla frase: “ Non Lanciare” lui sente solo la parola “Lanciare” ed è questo ciò che farà, ecco perché meglio imparare ad utilizzare le frasi al positivo, che invitano il bambino ad una richiesta chiara e definita: “ ti va di giocare con la palla?”

COSA PUÒ FARE

 

Per rendere più simpatica una comunicazione tendiamo a ironizzare, il bambino ancora non ha le competenze per comprendere fino infondo queste affermazioni, che creano in lui disagio e soffocano la sua autostima. Frasi come “Certo spruzza pure la parete della sala!” Non è un aiuto o una guida per lui, di amici simpatici ne è pieno, da noi vuole genitori che lo sappiano accompagnare e condurre.

IL SARCASMO È SPESSO DIFFICILE PER I PICCOLI

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